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Microcastle

Di: Ubik | 09/11/2008
Premetto di essere un estimatore del rock che viene dal profondo Sud degli USA, forse per la sua natura sanguigna ma, in alcuni casi, anche così sofferta e cerebrale: penso ai R.E.M., ma anche ai miei amatissimi e grazie al cielo così leggeri B-52's.

Ebbene, coi Deerhunter devo dire che soffro un poco. Niente da dire, il loro è puro shoegaze, tutta introspezione e pochissimo show, insomma, se ti piace, bene, se ti dispiace allora fatti da parte.

Però francamente non capisco il voto altissimo - 9,2 - datogli da Pitchfork. Il disco, a mio avviso, è lento e involuto, più del loro solito, e ha forse solo il pregio di qualche gemma che si distacca da una depressività di fondo che avvolge l'ascoltatore fin dal principio.

Con Pitchfork mi sento di essere d'accordo solo nel richiamo - peraltro abbastanza vago - ai Radiohead - e magari i Deerhunter vi si fossero ispirati più direttamente, il disco avrebbe alzato senz'altro qualche picco in più - e nel ruolo apparentemente più defilato del frontman e cantante Bradford Cox.

Non che sia un album da lasciare da parte, no. Ma prima di ascoltarlo, curate di essere *davvero* di ottimo umore...

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