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Paperwork

Di: Ubik | 08/10/2008
Novità assoluta? Sonorità deflagranti? Rivoluzione sonora? A me sembra, al di là di tutte le parole che si stanno spendendo su questo terzetto di Chicago, che il punto sia molto semplice: la band si ispira con molta chiarezza a un certo tipo di punk-prog che conosciamo bene, dai Cardiacs fin su ai Talking Heads e addirittura certi Henry Cow, passando per quell'esperimento di cui pochi si ricordano, i Ludus, che mischiavano Canterbury con il jazz e i nuovi suoni di fine anni '70. Un disco, Paperwork, che fa seguito a Beautiful Seizure del 2006 e che prosegue con insistenza nello stesso solco. Fatevi catturare, il sound è intelligente e creativo, se sapesse anche tirarsi completamente fuori dalle sue radici e proporci cose del tutto nuove, sarebbe anche dirompente. Per ora, è gradevole alle orecchie e piacevolmente anticonformista. ;-)

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