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Með Suð Í Eyrum Við Spilum Endalaust

Quinto, difficile album per la band islandese: difficile perchè adesso il gioco si fa duro e l'aver incantato più di una platea con i loro suoni rarefatti e celestiali li pone davanti ad un bivio, continuare su strade già percorse oppure provare a dare una sterzata. Già dal titolo, qualche indicazione in più arriva: "Con un ronzìo nelle orecchie suoniamo all'infinito". Non c'è dubbio che il cd suona diverso dai precedenti: primo, tra l'altro ad esser stato registrato fuori dalla terra natìa, e questo qualcosa significherà. Cuba, Londra, New York, Non a caso, il primo brano, Gobbledigook parte con un beat che spiazza e anche il cantato dà l'idea di una nuova coscienza musicale del gruppo; si va avanti così, tra pop e folk che danno indicazioni sul futuro del progetto Sigur Ros. Avanti nell'ascolto riaffiorano i tradizionali stilemi dell'ancestralità islandese tipiche del gruppo, mentre le tracce conclusive mostrano il piatto forte della band, quasi a voler dire: ok la novità, ma questo siamo, tra passato e futuro, senza dimenticare il presente. I Sigur Ros saranno a Roma il prossimo 12 luglio

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