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Eulogy for Evolution

Di: Ubik | 11/11/2007

E' classica o contemporanea? Ha a che fare col rock? Dove vuole andare a parare? Domande tutte inutili per questo piccolo capolavoro dell'islandese Ólafur Arnalds, appena vent'anni e un universo di opportunità e collaborazioni tutte diverse aperto davanti. Quel che è certo è che questo disco è di una bellezza struggente: se alcuni lavori che abbiamo visto nei giorni scorsi ricordano molto una sceneggiatura cinematografica o di un cortometraggio, questa raccolta propone autentici oli su tela, dipinti di emozioni e situazioni, di incredibile profondità per un artista così giovane. Ad ascoltarlo con attenzione si rischiano le lacrime, e non è uno scherzo. L'impianto classico del piano si fonde a perfezione con l'elettronica e altri strumenti tradizionali. L'influenza più evidente è quella dei connazionali Sigur Ros. Al momento Arnalds, che può essere accostato per genialità ed età a Zach Condon di Beirut, sta collaborando ad altri due progetti musicali, quello del gruppo metal dei Celestine e il progetto folk "My Summer As A Salvation Soldier".


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