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White Chalk

Di: Ubik | 27/10/2007

Perdonami Franzini se dirò qualcosa di cattivo sulla tua fidanzata musicale, ma purtroppo la nuova P.J. sta alla vecchia come il P.D. sta al Black bloc. Dico purtroppo, perché le precedenti performances di sorella Polly Jane erano a mio avviso state tutte memorabili: chi dice che sister P.J. non  avesse  l'ormone, almeno negli anni '90, si sbaglia di grosso: l'amica cantava a squarciagola dei suoi dolori di capa e di qualcos'altro, ricordo un Dry e un C'mon Billy che grondavano letteralmente sesso e con quella voce aspra e dissonante e gli arrangiamenti essenziali erano rock allo stato puro. Erano. Perché stavolta P.J., sarà per il nuovo look da ragazza per bene, sarà perché è più adulta e meno trasgressiva, bè, insomma, delude, a partire da una voce che sembra fare yuhuuuu dall'Emmenthal, tanto pare soffocata. Un disco come tanti, insomma, e invece da lei, dalla regina del clito-rock, ci si aspetta sempre qualcosa al di sopra delle righe. Peccato.


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