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Classe 1939, Daniel Viglietti è un monumento della nuova canzone latinoamericana. Uruguayano, politicamente impegnato da sempre a sinistra, amatissimo nel suo paese, dai primi anni '60 propone un genere coerentemente sempre in linea con se stesso: squarci di mondo descritti con pochi accordi di chitarra, una galleria di personaggi e situazioni che sono l'emblema di una realtà che ancora oggi qualcuno si ostina a definire come Terzo Mondo. Tropicos viene registrato nel 1972 a Cuba ed è un disco atipico, nel senso che Viglietti alterna ritmi tipici della sua produzione ad altri, che vanno invece a pescare nel vicino universo brasiliano e centroamericano. Ed ecco omaggi strabilianti alla salsa, alla samba e alla bossanova, che ancora oggi, dopo 35 anni, si fanno ascoltare e riascoltare, in versioni insieme delicate ed energiche che sono altrettanti squarci di poesia.
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