Rain
Album che porta già la data del 2008, e segna il ritorno di un grande del pop, un mito degli anni '80. Disco assolutamente dignitoso e a tratti bello per una leggenda vivente che dà le piste ad altri mostri sacri tornati di recente sulla ribalta - un nome per tutti, il Boss... Ballate sospese tra vocalismi d'antan e il nostalgico accompagnamento di piano, quella ricetta, insomma, che fu magica più di vent'anni fa e che continua a incantare, beninteso, se si applica la regola valida in fantascienza della cosiddetta 'sospensione dell'incredulità'. Insomma, lasciate da parte ogni preconcetto, fate conto di essere stati invitati da un vecchio amico che si siede alla sua tastiera e comincia a intrattenervi con armonie in [... leggi ancora ]
LeggiPeter Green's Fleetwood Mac (1968)
Altro album d'importanza capitale, non solo per l'English blues, ma per tutta la musica che verrà dopo. La formazione:
Peter Green - voce e chitarra Jeremy Spencer - voce e chitarra John McVie - basso Mick Fleetwood - batteriaUna leggenda, insomma, con quattro artisti veri, uno dei quali pochi anni dopo avrebbe dato alle stampe un capolavoro: The end of the game. Nel primo album dei FM, invece, tuto è essenziale, tirato all'osso, musica primeva che ci scortica le ossa. Se cercate i FM commerciali, quelli che saturarono anni '70 e '80, avete sbagliato indirizzo. Provateci, per un paio di giorni, a saturarvi di questi suoni: Fleetwood Mac, Savoy Brown, Ten Years After, Yadrbirds... Scoprirete gemme che, dopo, vi sarà [... leggi ancora ]
LeggiThe family that plays together (1968)
Album-capolavoro della formazione losangelina guidata da Randy California, famosa per avere collaborato con Jimi Hendrix e per avere rappresentato per molti una sorta di alternativa al San Francisco sound dei Jefferson Airplane. Lavoro seminale, ci si incontrano sonorità che spaziano dal blues al rock al folk a qualche sprazzo di prog, in un curioso parallelo coi Jethro Tull. Musica apparentemente meno immediata e più cerebrale di quella dell'aeroplanino Jefferson, ma certamente ricca di spunti che sono nettamente calati in un certo periodo storico. Musicalmente, un lavoro molto curato, che si fa ascoltare con piacere anche a quarant'anni o giù di lì di distanza. Da consigliare a chi crede nelle cosiddette "formazioni [... leggi ancora ]
LeggiSighs Trapped by Liars
Folk-rock e psichedelia, il piatto condito con un po' di indie-rock. E' la ricetta di Red Krayola per questo lavoro targato 2007 che si candida a una posizione assai alta nella classifica annuale. Un ritorno in pieno stile tradizionale, con sonorità che ci riportano indietro nel tempo e contemporaneamente ci fanno capire l'attualità della lezione zappiana. Sia pure nell'estrema diversità stilistica, un gruppo che a me fa venire in mente Père Ubu e una creatività che non conosce confini. Bellissimo.
The bragg and the cuss
Un altro epigono di Elliott Smith, in ogni caso un'altra grande voce del songwriting americano. Ex cantante dei Waxwing, Rocky si sposta dall'emocore a un genere molto più morbido, a metà tra il folk-rock e il country-blues, esplorando sonorità che lo portano vicino al miglior Johnny Cash e senz'altro ai Wilco. Molta meno drammaticità che in passato, un lavoro che riconcilia con la pace e con le emozioni vere. Da segnalare una bellissima canzone: Whiskey Straight e Silver Trees. Basta questo a fare del disco una chicca rara. Da consigliare caldamente.
Artificial Animal Riding On Neverland
Francia, oh cara, ancora una volta: Simon Buret (cantante, autore e compositore) e Olivier Coursier (compositore e arrangiatore) ci deliziano con il loro pop elettronico che in più tratti ricorda le atmosfere intense del capolavoro di Thom Yorke, The Eraser. Lavoro minimale ma sapiente, sospinto da un eccezionale passa parola, che ha fatto dei due musicisti il gruppo più scaricato degli ultimi mesi su ITunes. Da consigliare vivamente, anche se non del tutto originale.
All my friends died in a plane crash
Altra gemma transalpina che molto deve però al songwriting americano, o agli USA ispirato: parliamo di Elliott Smith, certo, ma anche della Nico di Chelsea Girl. Folk-rock-blues per sognare i grandi spazi, ma anche per farsi qualche domanda in più, come spesso accade con la musica europea. Un duo, quello formato da Mark Daumail e Morgane Imbeaud, che non si fa mettere in soggezione da nessuno e propone percorsi insoliti. C'è perfino una hit da 2007, Vultures: una canzone che vi sfido a levarvi dalla testa una volta che l'avrete ascoltata. E, a ben sentire, aleggia etereo ma significativo lo spettro di Nick Drake.
Ligabue, tour a zero emissioni
Tratto da La Nuova Ecologia:<br>
Nelle 14 date della sua tournée il rocker emiliano compenserà le emissioni di anidride carbonica. finanzierà la creazione e la tutela di un polmone verde in Costa Rica<br>
Il rock di Luciano Ligabue si tinge di verde. Nelle 14 date previste fra Roma e Milano il rocker emiliano ha scelto di aderire al progetto "Impatto Zero" per compensare le emissioni di anidride carbonica dei suoi concerti. Come? Ripagando la natura con la creazione e la tutela di un importante polmone verde in Costa Rica.<br>
Il calcolo delle emissioni è stato fatto tenendo conto dell'impatto derivante dall'organizzazione e dalla gestione di tutti e 14 i concerti, [... leggi ancora ]
La mécanique du coeur
Quintetto francese dalle chiarissime ascendenze punk, attivo dal 1993, stavolta dà alle stampe un album al quale è associato un libro. Concept-album, collaborazioni illustri, una delle quali è l'ex calciatore del Manchester United, il talentuoso e intelligente Eric Cantona. Il suono è stato definito come un viaggio tra Edimburgo e l'Andalusia, passando per New Orleans. Sonorità immediate e trascinanti, mai banali, un lavoro di grande profondità e tutto da godere, dai precordi punk, appunto, a un rock essenziale, alla psichedelia, al blues, fino ad arrivare all'hip hop.
Untrue
Pitchfork gli dà un 8,4 che sicuramente è un'ottima valutazione, e c'è da dire che qui siamo di fronte a un album di sicura eccellenza. Una sezione ritmica inesorabile, un'elettronica scura. Per non parlare dell'oscurità che nasconde il personaggio: quasi nessuno sa che faccia abbia, non c'è un sito internet che ne esterni arte o personalità. L'unica descrizione di se stesso, questo piccolo genio inglese del dub-step la dà in questi termini: “Una struttura rotolante con ritmi scheletrici, profondi effetti eco e voci, semplici movimenti che si srotolano. La vibrazione dell’underground inglese”. Che la dance fosse già da tempo in evoluzione era cosa nota: che potesse sposarsi in modo così completo e creativo [... leggi ancora ]
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